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“…in tanti anni non mi ero ancora arreso a una condizione di solitudine assoluta e magari a sentirmi come un sasso, una foglia al vento, un fiore, una lattuga, un bucaneve e alzare un inno alla bellezza del creato. Per me era arrivato il giorno in cui un dubbio di aver sbagliato i conti con la vita si era fatto così tanto atroce che il sentimento o l’angoscia che ne eran scaturiti avevano preso il sopravvento sul dubbio stesso che li aveva generati.”
Il protagonista di “Terre deserte” è un uomo poco più che trentenne che, avendo perso lavoro e affetti nella sua città natale, decide di accettare un impiego come aiuto cuoco su una nave mercantile e imbarcarsi alla volta delle esotiche terre d’Oriente. Dopo un breve periodo, durante il quale il giovane riesce a trovare una certa armonia con i compagni di viaggio, tanto che l’ombra della depressione che sembrava avvolgerlo alla partenza comincia a diradarsi, il Felicia (questo il nome beffardo della nave mercantile) si imbatte in un tremendo maremoto nel Mar Nero e fa naufragio. Il protagonista, ferito, solo e in stato di shock, si ritrova così, miracolosamente vivo, sulle coste di quella che gli sembra a prima vista essere una piccola isola disabitata.
Qui, poco dopo, ritroverà il cane Jef e il pappagallo Popòl, le umanissime mascottes del Felicia, in compagnia dei quali inizierà l’esplorazione della terra in cui è approdato. Ciò che gli si presenta agli occhi è una situazione incredibile, poiché nel suo vagabondare in una terra sconfinata incontra città e villaggi completamente deserti i cui abitanti sembrano essere svaniti all’improvviso, senza aver avuto il tempo di portare nulla con loro. Comincia così una lunga avventura solitaria, alla ricerca della spiegazione di un mistero che si infittisce sempre di più, soprattutto dopo il lungo, vano inseguimento di quella che gli pareva essere una colonna umana diretta verso un punto imprecisato di una vallata, che finirà poi per essere apparentemente inghiottita da una montagna lontana.
Stremato, il giovane decide dunque di arrendersi e insediarsi in un piccolo villaggio in cui, come moderno e tormentato Robinson, organizzerà la sua nuova vita, scandita da rituali e abitudini, caratterizzata da una solitudine disperata, dalla frammentazione dell’identità e dalla minacciosa ombra della follia che incombe su di lui nel tentativo di edificare un “suo” universo.
Finché, molti anni dopo, arriverà un gruppo di soldati a rivelare il motivo di quella desertificazione nella quale era finito dopo il suo naufragio, svelando il mistero a cui il protagonista ha sacrificato gli anni migliori della sua gioventù.