Lo spunto per il romanzo è stato offerto dalla lettura degli atti di un processo per stregoneria, intentato contro quattro donne di Levone, che ebbe luogo nel 1474 presso il castello di Rivara nel Canavese.
Estate 1474: nei boschi sopra Chiomonte in Alta Valle di Susa un medico assai particolare, che da tempo abita nel villaggio, trova una donna gravemente ferita. La sconosciuta di sé non ricorda più nulla, lui se ne prende cura, la salva, la adotta. Nel piccolo borgo la straniera prima desta curiosità poi gelosia, sospetti e repulsa che nei mesi si intrecciano al riaffiorare in lei di sofferti brandelli di memoria. Il medico, avvertita l’ostilità dei paesani, decide che è tempo di abbandonare Chiomonte per raggiungere Pavia dove un amico lo vorrebbe docente all’università. Tra nuovi incontri e rimestamenti dell’anima, a piccoli passi e non senza fatica, mentre il pensiero si appunta sul male ma anche sull’essenza della vita, una consapevolezza finalmente cristallina si fa strada. Pavia si rivelerà, a modo suo, un luogo di crescita dove anche una piccola valdese scampata a una strage troverà un futuro.