A cura di Mauricio Dupuis
Viaggiando sul “cuculo” da Parigi al castello di Presles, Oscar e i suoi giovani compagni di viaggio si riempiono la bocca di frottole inverosimili; mentendo con la stessa facilità con cui respirano, parlano di Orienti da cartolina, conquiste femminili vere o presunte, castelli e battaglie in terra di Spagna: tutto è pretesto per vanterie e scherzi all’apparenza leggeri che però avranno conseguenze sul loro futuro. La morale di questo racconto crudele, che è anche un romanzo di formazione, è che un universo fittizio, costruito su frasi senza senso, crolla alla prima occasione, soprattutto nella Francia che si avvia alla monarchia borghese di Luigi Filippo. La realtà riprende allora i propri diritti per ristabilire l’equilibrio tra le parole e le cose: un equilibrio governato dalla legge del taglione.
Rassegna stampa
“Balzac comprende l’elemento etico intersecandolo con quello sociale, economico, politico e culturale, in personaggi pulsanti dei diversi aspetti della realtà è costruendo infine un vero romanzo di formazione.”
La Voce e Il Tempo, Claudio Ozella, 26/9/2021
“Tra le non poche opere narrative contemporanee che affollano spesso inutilmente, con più infamia che lode, gli stand degli editori presenti al Salone del libro di Torino, un romanzo di Honoré de Balzac (1799-1850) pressoché sconosciuto in Italia, restituisce qualche felicità a lettrici e lettori. Qualcuno lo chiama «piacere del testo».”
Il Mattino, Massimo Novelli, 17/10/2021