“Non aveva bisogno di correre. Destro sinistro, destro sinistro. Bum ciack bum bum ciack: ce l’aveva nella testa il bum ciack bum bum ciack di quella canzone di Ultimo. E le parole gli uscivano fuori, leggere e facili. E non c’era nessun rubinetto a chiudergliele in gola.”
Nelle relazioni con il mondo che lo circonda, Andrea si sente costantemente a disagio. Quando parla va in apnea, perché teme che da un momento all’altro una mano invisibile gli chiuderà i rubinetti del respiro e lo lascerà lì, ad annaspare, a sbattere contro una lettera, una sillaba, un suono che non arriva.
L’arrivo in classe di un nuovo insegnante di lettere sconvolgerà la sua vita. Il prof, cogliendo la creatività nascosta dietro la balbuzie del suo alunno, ha un’idea folle: realizzare uno spettacolo teatrale, e Andrea ne sarà il protagonista. Nonostante le paure iniziali, grazie all’aiuto di Alex, il suo migliore amico, e Chiara, la più carina della classe, quest’occasione consentirà al ragazzo di scoprire per cosa vale davvero la pena lottare.