“Adesso che il mondo si è fatto green, con le bici, i monopattini e le auto elettriche, c’è chi protesta. Perché consumare e buttare a terra con nonchalance era una figata. Tornare a quei tempi di libertà, di porci e scrofe, di pancia piena e di ricchezza,
sarebbe il non plus ultra. Quando Greenpeace era solo un adesivo da attaccare a un casello a fianco a quello del Vagabond, quando eravamo giovani e non c’erano responsabilità.”
Una scimmia grande come la Fiat è un romanzo ambientato a Torino nel periodo che va dal 1989 al 1993. I protagonisti sono Nico e Pierandrea. Il primo è un eroinomane che alterna deliri dovuti alla sostanza con momenti di sensibilità inaspettata. Il secondo è un contabile, con una passione per i numeri e una diagnosi da ossessivo compulsivo. Entrambi vivono nelle case popolari alla periferia di Torino. Dopo essersi conosciuti, imparano a condividere situazioni bizzarre e surreali.
Ad accompagnarli, una carovana di personaggi sgangherati che attraversa l’underground più marcio e impresentabile della città. Di giorno, ma soprattutto di notte. Dalla periferia nord alla periferia sud, passando per le vie del centro, lontane parenti di quelle che attualmente vengono visitate dai turisti.
Terzo classificato al Premio Letterario Vittorio Alfieri di Asti (sez .libri editi)
Diploma di Finalista con Segnalazione della Giuria al Premio Letterario Caffè delle Arti di Roma