Nel giugno del 1944, le truppe tedesche abbandonarono Rieti. Da quel momento, iniziarono ad organizzarsi alla luce del sole tutte le forze democratiche, aspramente combattute dal regime fascista. Tra queste c’era il Partito Comunista Italiano, che in provincia, già all’indomani della caduta di Mussolini, datata 25 luglio 1943, aveva costituito alcuni piccoli nuclei nel capoluogo e in qualche paese. “Una sezione per ogni campanile – Il PCI nella provincia di Rieti negli anni ’40 e ’50” racconta la storia del partito nei primi anni del dopoguerra, spaziando dal posizionamento dei comunisti nel contesto internazionale alle beghe interne alla federazione reatina, dalle proposte per lo sviluppo del territorio ai giudizi sulla situazione politica italiana, dalle campagne elettorali fino alle innumerevoli e sempre presenti difficoltà organizzative. La narrazione è basata su un esame approfondito dei documenti contenuti nella sezione “Regioni e province” dell’archivio storico del Partito Comunista Italiano, conservato presso la Fondazione Gramsci di Roma, che comprende testimonianze di varia natura. Dalle carte traspare anche, a più riprese, un quadro abbastanza nitido delle condizioni socioeconomiche della provincia di Rieti, zona per lo più povera e arretrata, in gran parte carente dei servizi essenziali. Lo scopo di queste pagine è mettere in luce un passato finora poco conosciuto, contribuire alla definizione e alla conoscenza di un frammento importante della storia locale.
Rassegna stampa
“Il libro non vuole essere un santino del PCI, nonostante la pubblicazione coincida con il centesimo anniversario della fondazione del partito. È anzi la storia del difficile percorso di affermazione e consolidamento di un soggetto politico che aveva come riferimento principale la classe operaia, in un contesto sociale in cui gli operai erano presenti in misura molto ridotta.”
Il Messaggero (Rieti)
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