Con un tono tutt’altro che serioso, questo romanzo vuole essere un omaggio dell’autrice alla forza e alla resilienza dei nonni e dei genitori. Si tratta, infatti, della storia della sua famiglia a partire dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta. La narrazione inizia nella campagna pisana e poi si sposta a Livorno. I protagonisti sono persone umilissime che devono lottare per sopravvivere e ritagliarsi una vita decente. La loro storia personale – la microstoria – si intreccia con la macrostoria, cioè con i grandi eventi che attraversano il periodo: la guerra di Libia, la prima e la seconda guerra mondiale, il fascismo, i bombardamenti, lo sfollamento e poi la lenta rinascita dopo la guerra.
Molti sono gli aneddoti curiosi e divertenti che servono a caratterizzare i personaggi, ma soprattutto a descrivere un mondo che non esiste più, fatto di attività, oggetti e modi di pensare e di vivere ormai sconosciuti ai giovani, ma che sarebbe un peccato dimenticare.