Una morte è sempre un insieme di inizi per chi resta, per chi si trova nella prosa della quotidianità con una nuova compagna: l’assenza di chi si pensava prima intoccabile, esente da pericoli e malattie.
Ed è dall’assenza che parte questa silloge che racconta in poesia la biografia dell’Assenza per l’autrice, quella di sua madre, che l’ha lasciata a terra con tante parole da sistemare per creare un piccolo affresco di lei.
È la grande giustizia della scrittura che qui, grazie ai versi, permette di fare restare una donna che nella quotidianità ha costruito ciò che è destinato a durare: la gratitudine per averle insegnato a muovere lo sguardo senza la paura del limite, la gratitudine per averle insegnato ad amare la terra, ma anche il cielo e le sue ospiti, le nuvole.